mercoledì 19 ottobre 2011

Non temo il tempo che passa, perchè accumulo vita.

♬ Wim Mertens - Iris
Del passato mio tutto, amo contemplare, talvolta, le  cicatrici.
Raccontano una storia, di cui col tempo ho imparato  ad accettare ogni passo, analizzandone minuziosamente motivi, esitazioni, forze e risalite.
Immersa a capofitto in questa terra nuova, narro oggi le ferite di cui, in piena facoltà, comprendo solo ora la portata. Con calma le spiego a cuori nuovi, gentili, che mostrano con timore altrettanti  tagli da rammendare. Ricostruirci - insieme.


Il Destino poi, con la consueta amara ironia, gioca a mettendosi in mezzo, sparpagliando lame lungo la strada.
Lame che sono incontri - inaspettati, inattesi, imprevisti, fatali – passato fresco sbattuto in faccia con violenza inaudita, andando a colpire là dove gli squarci sono più deboli, la carne appena ricucita.
È  apnea, ustione, tremito di un istante.  Poi finisce.
Torni a sentirti, riprendi a pensare, sono solo attimi;  tutto quel passato lo hai già dentro, può solo lambirti, ferire non più – se non lo permetti.
Il tempo ha indurito la pelle, ha reso le spalle più forti, la testa ha imparato a staccarsi da terra e guardare in alto; il cuore non lo ha chiuso, è solo più attento adesso, per non ingannarsi ancora.


Tutto questo Destino, lo avverto. Contemplo incuriosita i segni che mi lascia, tentando di ricomporli. Come i ritagli sparpagliati di un futuro sempre più vicino.
Lo splendore delle perle nasce da una ferita.
In punta di piedi, aspetto qui.

Nessun commento:

Posta un commento